Il 4 Gennaio 2023 Netflix ha rilasciato una nuova serie tv, tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante: La vita bugiarda degli adulti.
La serie conta sei episodi che durano al massimo 50 minuti ciascuno, attraverso i quali si assiste alla maturazione della protagonista Giovanna, una sedicenne napoletana degli anni ’90.
La ragazza appartiene ad una famiglia benestante, ma ciononostante è una ribelle che desidera emanciparsi dal modello paterno, per lei troppo angusto, e da quello materno, a sua impressione debole. La giovane protagonista, infatti, sentendosi la pecora nera della famiglia, esprime il proprio volere di conoscere la rinomata “Zia Vittoria”, anche lei ritenuta lontana dai modelli familiari, dopo aver perso i contatti col padre di Giovanna, suo fratello. Una volta conosciuta questa misteriosa zia, proprio con lei la giovane inizierà a vedere pian piano il mondo da una nuova prospettiva, meno edulcorata di quella che le era stata proposta sino ad allora dalla famiglia. Allora inizia ad accorgersi del fatto che gli adulti non sono così maturi, capaci e saggi come può sembrare ad un adolescente. Scoprirà che la vita non può essere solo bianca o nera ma è fatta tante diverse sfaccettature e che una sola verità non sempre esiste. Giovanna, oltre a dover affrontare le delicate situazioni familiari, dovrà vedersela con la scuola, ambiente a lei ostile, con gli amici e dovrà gestire il rapporto con il proprio corpo. La serie tv, infatti, ha voluto trasmettere vivida la crudezza del periodo adolescenziale vissuto in tutti i suoi aspetti e anche mostrare la complessità del passaggio dall’età infantile a quella adulta. La frase più volte ripetuta dalla stessa Giovanna è: «Quando sei piccolo, ogni cosa ti sembra enorme; quando sei grande, ogni cosa ti pare nulla». Giovanna inizia a ripeterla come se stesse a rappresentare il confine che lei stessa si è creata contro la realtà, per crogiolarsi in eterno nell’età infantile. Risulta infatti più difficile affrontare i problemi della vita di un adolescente dato che si è ritrovata ad avere due visioni completamente distorte della realtà e non possederne una propria. È insofferente nei confronti della scuola tanto da avvicinarsi solo allo studio, più o meno approfondito, delle materie teologiche, andando in Chiesa con la zia Vittoria e incontrando lì uno dei più promettenti professori di teologia, Roberto Matese. La lettura dei Vangeli l’aiuta a prendere coscienza della realtà circostante, e soprattutto la porta a sviluppare una visione differente da quella laica e materialista dei genitori. Nonostante questo possa rappresentare una svolta decisiva nella vita di Giovanna, la protagonista è assai titubante: da una parte vorrebbe ancora accontentare i genitori e promette loro di migliorare scolasticamente, dall’altra desidera conservare e consolidare il legame che stava costruendo con la zia anche grazie alla fede.
Tale duplicità si riflette anche sulla vita amorosa. Giovanna tende a proiettare l’ambiguità dei rapporti familiari: così facendo si ritrova a dover affrontare situazioni delicate per una ragazza di sedici anni senza avere gli strumenti necessari: si lascia ammaliare, infatti, dai pensatori come Roberto, e rifiuta ogni contatto con i coetanei ritenendoli immaturi. Sarà proprio questo costante vivere con adulti e non con gli adolescenti che indurranno la protagonista a compiere azioni e scelte senza valutarne con consapevolezza le conseguenze.
Malgrado una personalità complessa e ambigua, ritengo che ci si possa immedesimare in Giovanna; nella piattezza di alcune serie televisive, infatti, non è scontato trovare un personaggio di cui si scandagliano anche le zone d’ombra e che vive un costante conflitto col mondo esterno nel tentativo di cercare la il proprio posto. Proprio attraverso i conflitti che le toccherà affrontare potrà prima o poi emanciparsi e sviluppare un pensiero indipendente.
Caterina Sguera